venerdì 8 marzo 2013

Debutti Parigini: Fausto Puglisi per Ungaro, Alexander Wang per Balenciaga




Si è conclusa la tornata di sfilate per l’autunno-inverno 2013/14, ancora una stagione di importanti conferme, ma ancor più di chiacchierati debutti. Sicuramente è stata Parigi lo scenario più tenuto sottocchio dalla stampa internazionale, in particolar modo per il cambio di guardia da Balenciaga con l’arrivo del giovanissimo Alexander Wang a sostituire Nicholas Ghesquière e per la ricerca di una nuova ribalta da parte della Maison Emanuel Ungaro  con lo stilista prodigio Fausto Puglisi, uno dei designer più quotati tra le pop-star americane.
Partiamo dal debutto di quest’ultimo solo per campanilismo. Amato da Anna Dello Russo, artefice della farfallina di Belen, Fausto Puglisi, classe 1976, è un giovanissimo stilista siciliano formatosi a Los Angeles, tra i primi a credere in lui la coppia Dolce&Gabbana che ospitano le sue collezioni nel loro spazio Spiga 2, un virtuoso mix tra sacro e profano, associa la ricchezza delle pietre che disegnano croci barocche su abiti dall’allure metropolitano all'uso della pelle e della vernice, ottenendo un risultato che si fa sempre più riconoscibile sulla scorta di quello proposto da Gianni Versace negli anni ’90, un profilo di grande livello per il rilancio di un marchio fuori rotta. La prima prova sembra superata per lo stilista italiano, riuscendo a creare una collezione in grado di strizzare l’occhio al glamour da jet-set, il suo stile personale fresco, effervescente e a tratti feroce, pur restando fedele a dei must del grande maestro Ungaro con le stampe maculate e i pois, le tutte, i tagli asimetrici, riesce a creare una collezione assolutamente pop e moderna pur dialogando con la storia della moda.



Alexander Wang, appena trentenne, dopo aver colonizzato la Fashion Week newyorkese con l’omonima linea, sbarca per la prima volta a Parigi ed anche per lui sono subito consensi. Alexander  porta con sé la sua visione della donna, una donna quasi androgina, che ama capi basici e linee asciutte, lontana dalle frivolezze di una moda legata ai capricci delle vanesie It-Girl, che gioca in maniera sapiente con il colore e stupisce per la cura del dettaglio e dei tessuti degli abiti che indossa. Uno stile che entra subito in armonia con le ricerche formali e geometriche del maestro Balenciaga, risultando aderente a quella che è la storia del marchio ma rendendo il risultato assolutamente innovativo e contemporaneo. Impera il nero, in contrasto con le camicie bianche, accostamenti di materiali differenti e tagli avveniristici ma con una punta di romanticismo, lunghezze al ginocchio, pantaloni e abiti lunghi con drappeggi, straordinario il lavoro d’intaglio dei tessuti. La sensazione è che anche da Balenciaga si sia abbassato il volume della musica, dopo anni di collezioni ammiccanti, estrose, da lanciare in pasto alle fashion-victims di tutto il mondo, con Alexander Wang si sterza bruscamente, come si è fatto già con Raf Simons da Dior, solo con il tempo si potrà capire se è stata una scelta giusta. 

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